E’ sempre fondamentale la comunicazione col medico
L’argomento è estremamente complesso per cui ho pensato di mettere in evidenza solo i concetti fondamentali.
Che cosa sono, qual’è la loro azione
Gli interferoni (IFN) sono un gruppo di sostanze proteiche (citochine) prodotte da cellule di vario tipo in risposta a stimoli infettivi o di altro genere, sono stati identificati nel 1957 da Isaacs e Lindenmann.
Sono classificati in tre gruppi principali (vedere dopo) in base all’origine cellulare e agli agenti di induzione e storicamente sono stati studiati per l’azione antivirale. Dopo essersi legati a recettori specifici determinano l’attivazione di vie di trasduzione del segnale che sollecitano un’ampia gamma di geni a produrre fattori attivi e funzionali (non mi soffermo sulla trasduzione del segnale perché è un meccanismo estremamente complesso).
Per descrivere molto semplicemente l’azione antivirale, che è la più conosciuta, basti ricordare che quando una cellula viene infettata da un virus al suo interno avvengono una serie di processi con risultato ultimo di attivazione di segnali che porteranno alla formazione di IFN. La cellula infettata però non riesce a proteggere sé stessa e muore mentre l’interferone si lega ai recettori delle cellule vicine attivandole. Queste pertanto sintetizzano proteine antivirali in risposta all’attivazione le quali le proteggono dall’infezione virale stessa. Sinteticamente quindi possiamo dire che per poter avere l’effetto antivirale c’è bisogno della produzione di altre proteine che vengono dette effettrici. L’interferone è quindi una molecola che agisce come induttore.
Gli interferoni hanno un’azione antivirale, che è quella storica e più conosciuta, ma anche un’azione antiproliferativa, immunoregolatoria e, in certi casi, antitumorale. In particolare quest’ultima ha una storia abbastanza recente che risale alla metà degli anni ’80 periodo in cui gli interferoni venivano utilizzati nella terapia di numerosi tumori. In realtà, come vedremo dopo, solo alcune neoplasie beneficiano del trattamento con interferone.
Le 3 classi principali di interferoni
In base all’origine e alle caratteristiche sono state individuate 3 classi principali:
- αIFN prodotto dai globuli bianchi (monociti, macrofagi e linfociti);
- βIFN prodotto dai fibroblasti;
- γIFN prodotto dai linfociti T.
Gli interferoni α e β appartengono alla stessa sottoclasse detta di tipo I, mentre l’IFN γ appartiene ad una sottoclasse distinta detta di tipo II.
Non mi soffermo sui geni che codificano i diversi tipi di interferoni, voglio però ricordare che dal 1979 al 1982 sono stati clonati i geni di tutti e tre i tipi di IFN che possono essere prodotti industrialmente grazie alla tecnica del DNA ricombinante. Questa tecnica è piuttosto complessa e presuppone delle nozioni di base per cui non la posso descrivere in questo contesto.
Infine occorre puntualizzare che l’azione dell’IFN non è virus specifica in quanto si svolge su cellule infettate da tutti i virus ma è per lo più specie specifica cioè l’interferone umano è attivo solo su cellule umane infettate, quello murino solo su cellule murine infettate e così via.
Utilizzo degli interferoni
Descriverò solo le patologie di maggior rilievo in cui l’interferone può essere utilizzato.
- αIFN ha in specie attività antivirale, antiproliferativa ed in minor misura immunomodulante. Viene principalmente utilizzato in alcune malattie ematologiche quali: linfoma follicolare, tricoleucemia (HCL), leucemia mieloide cronica (LMC), mieloma multiplo (MM), micosi fungoide (linfoma dei linfociti T) ma anche nel sarcoma di Kaposi (associato all’AIDS), nel melanoma maligno, nel carcinoma renale avanzato ed in altre neoplasie. Per l’effetto antivirale è impiegato nel trattamento di pazienti adulti affetti da epatite cronica attiva B e epatite cronica C (anche insieme a ribavirina). Ricordo che le più recenti linee guida prevedono il trattamento dell’epatite C con utilizzo di antivirali ad azione diretta senza interferoni. Il suo uso è stato esteso ad altre patologie con risultati non sempre uniformi quali la policitemia vera e la trombocitemia essenziale (vedere precedenti articoli) ed i condilomi acuminati.
- βIFN ha attività antivirale ed immunomodulante. È utilizzato nel trattamento dei pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante, remittente caratterizzata da 2 o più recidive nell’arco degli ultimi due anni. La SM è una malattia autoimmune su base infiammatoria del sistema nervoso, cronica, evolutiva, caratterizzata dalla distruzione localizzata della mielina che è la guaina che avvolge le fibre nervose, le protegge ed è coinvolta nella trasmissione dell’impulso nervoso. La perdita della mielina provoca il malfunzionamento della fibra nervosa coinvolta. La malattia interessa il Sistema nervoso centrale (SNC), il cervello ed il midollo spinale e si manifesta con segni neurologici molto diversi. I malati possono infatti presentare: movimenti tremolanti, debolezza muscolare, disturbi del linguaggio e della visione. Negli ultimi anni il trattamento della SM è notevolmente cambiato infatti in tutto il mondo sono in corso numerosi studi per sperimentare nuovi farmaci efficaci e con scarsi effetti collaterali.
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γIFN ha un’azione antivirale ma soprattutto è un potente immunomodulante. Trova indicazione nel trattamento delle infezioni associate alla malattia granulomatosa cronica che è un disturbo ereditario caratterizzato da un difetto del metabolismo dei fagociti che compromette la funzione delle cellule preposte alla distruzione degli agenti infettivi. Proprio per questo motivo i malati soffrono di infezioni ripetute e possono presentare anche granulomi in varie parti del corpo. Questo tipo di IFN trova anche altre applicazioni su cui non mi soffermo perché i risultati sono contrastanti.
La via di somministrazione degli interferoni è diversa a seconda del tipo di interferone utilizzato e della malattia trattata (IM, EV, SC, intralesionale, intrapleurica, etc.).
L’attività terapeutica degli interferoni dura in genere 3-4 ore. Per prolungare tale tempo e ridurre la necessità di somministrazioni multiple, l’interferone è stato legato a molecole di polietilenglicole con un processo detto peghilazione.
Effetti collaterali
Mi soffermo su quelli di maggior rilevanza e comuni ai tre tipi di IFN.
- Sindrome simil influenzale, abbastanza frequente, è caratterizzata da: febbre di intensità variabile, brividi, affaticamento, mialgie (dolori muscolari) astenia (spossatezza). Questi sintomi di solito iniziano 2-4 ore dopo l’iniezione e durano 12 ore. Si consiglia pertanto l’assunzione di paracetamolo prima e dopo l’iniezione.
- Alterazioni ematologiche: neutropenia (riduzione dei granulociti neutrofili), trombocitopenia (riduzione delle piastrine), anemia (riduzione dell’emoglobina).
- Alterazioni tiroidee: tiroidite autoimmune, ipo e/o ipertiroidismo.
- Alterazioni cutanee: eruzioni, arrossamenti, prurito nella sede di iniezione.
- Ritenzione di liquidi: è un effetto molto comune che si manifesta con gonfiori del viso, delle mani, delle caviglie e con aumento di peso. Si consiglia in genere l’assunzione di diuretici.
- Alterazioni neurologiche: depressione, confusione, sonnolenza, irritabilità, difficoltà nella concentrazione, cefalea, insonnia. È noto che una depressione grave con ideazione suicida si manifesta con maggior frequenza nei pazienti con sclerosi multipla.
- Alterazioni della funzionalità renale ed epatica
- Alterazioni della sfera sessuale: calo del desiderio, problemi del ciclo mestruale.
Si sconsiglia di intraprendere una gravidanza quando si è in terapia con interferone in quanto non si conoscono con certezza gli effetti collaterali sul feto.
Meno frequenti: alterazioni cardiopolmonari (tachicardia, ipotensione), della vista e disturbi gastrointestinali (nausea e vomito).
Occorre anche ricordare la possibile comparsa di anticorpi anti IFN più frequente con l’impiego della forma sintetica rispetto a quella biologica.
Consigli
Sarò molto sintetica ma spero esaustiva.
- poiché il trattamento con IFN può causare parecchi problemi nella sede di iniezione fino anche alla necrosi interpellate subito il vostro medico nel caso notiate delle fissurazioni cutanee, gonfiore o altre manifestazioni nella sede del trattamento.
- ricordatevi di mantenere un’assoluta asepsi (sterilità) quando praticate l’iniezione e cercate di non utilizzare sempre la stessa sede ma variatela spesso
- se siete in terapia con IFN non è opportuno intraprendiate una gravidanza in quanto non si conoscono gli effetti del farmaco sul feto ed inoltre c’è un maggior rischio di aborto spontaneo. Utilizzate pertanto misure contraccettive adeguate. Anche gli uomini fertili devono osservare norme prudenziali.
- se la sindrome simil influenzale vi crea particolari problemi è utile usare il paracetamolo prima e dopo il trattamento ed effettuare l’iniezione di IFN prima di coricarsi.
- in caso di eruzioni, arrossamenti utilizzate saponi neutri ed eventualmente creme antistaminiche ma informate sempre il vostro curante.
- non tralasciate di effettuare i controlli prescritti dal vostro medico e dallo specialista alle cadenze stabilite.
- seguite un “corretto stile di vita” (ne ho parlato dettagliatamente negli articoli precedenti).
- alcuni farmaci se assunti contemporaneamente all’IFN possono interferire con la terapia quindi è necessario che informiate lo specialista ed il vostro medico di ogni farmaco assunto anche non continuativamente.
- se siete affetto da malattie neurologiche (depressione, epilessia, etc.) o da altre malattie importanti non tralasciate di informare chi vi ha in cura il quale valuterà se potete intraprendere, senza rischi, la terapia con IFN.
Infine, come ho già puntualizzato nei precedenti articoli, è fondamentale che abbiate una buona comunicazione con il vostro medico e con lo specialista che vi ha in cura solo così, infatti, i risultati terapeutici potranno essere soddisfacenti.
dottoressa E.L.
Bellissimo articolo, Complimenti
Per quanto riguarda i disturbi neurologici provocati dall’Interferone-gamma (IF-γ), il meccanismo potrebbe dipendere dall’abbassamento dei livelli di Tetrabiopteridina (BH4) necessari per il funzionamento degli enzimi che producono neurotrasmettitori (le idrossilasi BH4 dipendenti)?
So infatti che IF-γ, viene secreto dai linfociti-TH1 stimolati dai virus ed LPS; IF-γ stimola i macrofagi ad attivarsi in M1 ed esprimono l’enzima GTP-cicloidrolasi-1 (EC3.5.4.16) che converte il GTP in 7,8-Diidropteridina Trifosfato; quest’ultima invece di essere convertita in BH4, viene espulsa sotto forma di NEOPTERINA, diminuendo così la disponibilità di BH4 per gli enzimi che producono NEUROTRASMETTITORI.
Quindi “se questo è il Meccanismo”, può spiegare la sensazione di spossatezza e depressione durante un Influenza o raffreddore?
Grazie