Di cosa parliamo
La fibrosi cistica è una malattia genetica rara. Sono più di 200 ogni anno in Italia i nuovi casi tra bambini e adulti e, 4500 circa i malati sottoposti a terapia. Secondo questi dati, è plausibile che il numero effettivo dei soggetti affetti dalla patologia nel nostro paese si aggiri intorni ai 7000.
È una malattia che colpisce principalmente i polmoni e l’apparato digerente ma essendo una patologia multi organo, riguarda più organi e coinvolge tutto il sistema ghiandolare dell’organismo.
Aspetti genetici della malattia
Solo nel 1989 avviene l’importante scoperta del gene coinvolto nella Fibrosi cistica e la sua sequenza nucleotidica. Il gene si trova nel cromosoma 7 e codifica per la proteina CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator gene). La proteina CFTR è un canale ionico che normalmente si localizza nella membrana apicale delle cellule epiteliali favorendo la secrezione di ioni cloruro. La malattia è dovuta ad una mutazione di questo gene che non codifica più per la proteina funzionante pertanto quest’ultima, non riesce a stabilirsi nella membrana e favorire il corretto scambio di ioni cloro e sodio. Ne deriva una alterazione dell’ambiente intra- ed extracellulare e la conseguente secrezione di muco denso e viscoso.
La prima mutazione del gene scoperta, la più frequente, è la ΔF508. Questa è una delezione a carico del codone CTT in posizione 508 che codifica per l’aminoacido fenilalanina. Ad oggi sono state scoperte 1800 mutazioni classificate in base alle alterazioni che apportano alla proteina codificata e agli aspetti clinici che ne conseguono. Nonostante gli innumerevoli studi condotti, molte mutazioni restano ad oggi sconosciute.
La Fibrosi cistica è una malattia ereditaria autosomica recessiva il che vuol dire che un individuo nasce malato se eredita da entrambi i genitori, portatori sani, i geni mutati quindi difettosi. I portatori sani sono quegli individui che hanno una copia del gene mutato ed uno no e non mostrano i segni della malattia. In Italia si stima 1 portatore sano ogni 26 individui, quindi quando due portatori si incontrano hanno una probabilità del 25% di dare alla luce un figlio malato.
In particolare i genitori portatori hanno una probabilità del:
- 25% di generare un figlio sano;
- 50% di generare un figlio portatore sano;
- 25% di generare un figlio malato.
La Fibrosi Cistica è una malattia autosomica perché il gene coinvolto non si trova sui cromosomi sessuali, è recessiva perché per svilupparsi sono necessari entrambi i geni mutati, nel caso quindi di omozigosi. Nel caso di eterozigosi, possedendo un gene mutato e uno no, non si hanno segni di malattia in quanto il gene non mutato da solo è in grado di codificare per la proteina CFTR totalmente funzionante.
Il portatore può sapere di esserlo grazie ad una semplice analisi del sangue e test genetici sul DNA in grado di individuare le mutazioni fino ad oggi conosciute.
Sintomi
I sintomi della Fibrosi cistica si manifestano in modo differente in relazione alle differenti mutazioni. Come già detto la mutazione più frequente, con il 60-70% dei casi, è la ΔF508 che porta ad una secrezione di muco denso e viscoso a livello polmonare ma anche di pancreas, fegato e intestino.
L’accumulo di muco a livello polmonare causa la progressiva ostruzione delle vie respiratorie. L’ostruzione di muco crea l’habitat ideale per infezioni batteriche (da Pseudomonas aeruginosa, Staphilococcus aureus e Haemophilus influenzae) e infezioni fungine. Tutto ciò porta a bronchiti, broncopolminiti, asma, tosse persistente, difficoltà nel respiro e progressiva perdita delle normali funzioni respiratorie.
La fibrosi cistica porta ad una insufficienza pancreatica e alterazioni a livello dell’intestino tali da non permettere il normale assorbimento delle sostanze nutritive, proteine e vitamine, essenziali nei bambini per una sana e corretta crescita.
A livello pancreatico si può avere un’alterazione del rilascio di insulina con conseguente diabete che si manifesta già in età adolescenziale. Il cattivo assorbimento delle vitamine, in particolare della vitamina D che aiuta il calcio a rinforzare le ossa, provoca osteoporosi e deformazioni ossee. Un tratto distintivo è la forma delle dita a bacchetta di tamburo (clubbing).
Aspetto di non poco conto è l’infertilità riscontrata soprattutto nei soggetti di sesso maschile. Si ha un’atresia congenita dei dotti deferenti cioè un’ostruzione dei condotti che trasportano il liquido seminale all’esterno.
Altre tipicità sono pelle e sudore salati causati dallo scorretto equilibrio di ioni sodio e cloro nelle cellule, dovuto alla proteina mutata.
La morte sopraggiunge per la combinazione di tutti questi fattori che via via vanno sempre più ad aggravarsi.
Diagnosi della Fibrosi CIstica
Per capire se si è affetti da questa patologia esistono vari metodi di indagine:
- Test del sudore: è il test più semplice e meno invasivo quando si sospetta la malattia. Viene raccolto il sudore e analizzati i livelli di sali in esso. Alti livelli di cloro sono segno di Fibrosi cistica.
- Screening neonatale: si effettuano dalla nascita i test genetici per individuare le mutazioni nel gene CFTR importante per avere una diagnosi precoce. Si può effettuare anche screening prenatale durante la gravidanza.
- Test genetici: analisi delle mutazioni del gene CFTR sul DNA per mettere in evidenza un portatore sano oppure per confermare la patologia a seguito di un esito positivo del test del sudore.
Prognosi e terapie
Negli ultimi 30 anni la prognosi in Italia è molto migliorata grazie a diagnosi precoci. Ciò permette che i malati aderiscano in tempi ragionevoli a programmi terapeutici specifici. Purtroppo ancora oggi non esiste una cura della Fibrosi cistica ma solo terapie volte ad alleviare i sintomi, migliorare la qualità di vita e la sua aspettativa.
Le terapie per la Fibrosi Cistica ad oggi sono le seguenti:
- Fisioterapia respiratoria: per aumentare la funzionalità respiratoria e per rimuovere le secrezioni mucose bronchiali dopo averle rese più fluide somministrando un enzima (Rh DNase) per via aerosolica. Lo sport e la vita all’aria aperta giocano un ruolo molto importante;
- Terapia antibiotica: dopo aver effettuato un’attenta analisi microbiologica su secrezioni bronchiali si può proseguire ad una mirata terapia antibiotica per cercare di limitare le infezioni polmonari. In certi casi si può associare una terapia cortisonica;
- Somministrazione di enzimi pancreatici: contrasta l’insufficienza pancreatica e l’assorbimento di proteine e vitamine, senza dimenticare una buona nutrizione;
- Il trapianto polmonare: allunga l’aspettativa di vita in casi di stadi avanzati della patologia.
La ricerca guarda alla messa a punto di test genetici sempre più specifici per l’identificazione di mutazioni al gene della Fibrosi cistica e al ricorso di terapie ancora più efficaci. Una diagnosi precoce e le opportune terapie, non fanno altro che migliorare la qualità e la durata della vita.
Dott.ssa Valentina Villadoro